Il demone incarnato. La saga delle streghe Mayfair by Anne Rice

Il demone incarnato. La saga delle streghe Mayfair by Anne Rice

autore:Anne Rice [Rice, Anne]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, horror
ISBN: 9788878184350
Google: A5YVAAAACAAJ
editore: TEA
pubblicato: 1999-04-15T15:59:28+00:00


QUINDICI

Il mondo era scosso dalla canzone del Padre e dalla risata del Padre. Il Padre diceva con la sua voce rapida e acuta: «Emaleth, sii forte; prendi tutto quel che devi; la Madre potrebbe cercare di farti del male. Lotta, Emaleth, lotta per essere con me. Pensa alla valle, e alla luce del sole, e a tutti i nostri figli».

Emaleth vedeva i figli: migliaia e migliaia di esseri come il Padre, e come Emaleth stessa, perché adesso riusciva a vedere se stessa, le sue lunghe dite, le lunghe membra, e i capelli che nuotavano nell'acqua del mondo che era la Madre. Il mondo che già era troppo piccolo per lei.

Come rideva, il Padre. Lo vedeva danzare; lo vedeva danzare così come lo vedeva la Madre. La sua canzone per lei era lunga e bellissima.

C'erano fiori nella stanza. Proprio un sacco di fiori. Il loro profumo era dappertutto, mischiato al profumo del Padre. La Madre gridava e gridava e il Padre le legava le mani al letto. La Madre gli dava un calcio e il Padre bestemmiava; e il cielo era pieno di tuoni.

Padre, per piacere, per piacere, sii gentile con la Madre.

«Sì, lo farò. Ora vado via, bambina». Le diede il messaggio segreto. «E tornerò con il cibo per tua madre, cibo che ti farà crescere forte; e quando verrà il tempo, Emaleth, lotta per nascere, lotta contro qualsiasi cosa dovesse cercare di opporsi a te».

La rattristava pensare alla lotta. Con chi avrebbe dovuto lottare? Certo non con la Madre! Emaleth era la Madre, il cuore di Emaleth era legato al cuore della Madre. Quando la Madre sentiva dolore, anche Emaleth lo sentiva, come se qualcuno le avesse dato una spinta attraverso le mura del mondo che era la Madre.

Giusto un momento fa Emaleth avrebbe potuto giurare che la Madre sapeva che lei era lì! Che per un istante la Madre aveva compreso che aveva Emaleth dentro di sé, ma poi era ricominciato il litigio, fra il Padre e la Madre.

E ora mentre la porta si chiudeva, e l'odore del Padre se n'era andato, e i fiori si muovevano e chinavano il capo e pulsavano nella stanza semibuia, Emaleth sentì piangere la Madre.

Non piangere, Madre, per piacere. Divento triste quando piangi. Tutto il mondo non è altro che tristezza.

Puoi davvero sentirmi, mia cara?

La Madre sapeva che lei era lì! Emaleth si rivoltò e si contorse nel suo piccolo mondo costretto, e spinse forte il soffitto, e udì la Madre sospirare: Sì, Madre, pronunzia il mio nome come lo dice il Padre. Emaleth. Chiamami per nome!

Emaleth.

Poi la madre prese a parlarle con serietà. Ascolta, piccolina mia, io sono in un mare di guai. Sono debole e malata. Sono affamata. Tu sei dentro di me e, grazie a Dio, ricevi ciò che devi avere dai miei denti, dalle mie ossa, dal mio sangue. Ma io sono debole. Lui mi ha legato di nuovo. Devi cominciare ad aiutarmi. Che cosa devo fare per salvarci tutte e due?

Madre, lui ci ama. Ama te e ama me.



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